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Questi versi, composti negli anni e in luoghi diversi, sono stati raccolti e curati nel silenzio operoso di Serrauccelli alla periferia di Modica. Suddivisi in quattro parti, "Volvitur tempus", "Canti della memoria", "Cose o più che cose", "Tempus fugit" (alle quali è stata aggiunta successivamente una quinta: "Le mie narrazioni"), seguono l'iter tracciato dalla terzina di Seneca citata all'inizio della silloge. Ma l'obscurum senechiano, se individualmente inteso, diventa chiaro al tramonto della vita quando ogni essere umano, ripercorrendo col pensiero le tappe della propria esistenza, sente che le scelte fatte sono state determinate da un destino che lo accompagna sin dalla nascita.